E’ uscito di recente, per i tipi di 21 Lettere, l’ultimo romanzo di Daniele Nadir dal titolo “La Clavicola di San Francesco”
Tra flash back, visioni oniriche, “effetti speciali” e location da futuro distopico si dipana il racconto de “La Clavicola di San Francesco”, una sorta di blockbuster americano, pieno di “effetti speciali”, questa volta sulla carta invece che su celluloide.
Il protagonista, che è anche il narratore, racconta al presente le peripezie affrontate insieme alla sua amica Giulia alla ricerca del segreto della “Clavicola” di San Francesco, la presenza silente che muove le gesta dei personaggi, con Assisi sullo sfondo, ed il terremoto che, nel 26 settembre 1997, fece crollare parte della volta della basilica superiore dedicata al Santo Poverello.
Il Cantico delle Creature, l’esaltazione della Natura in tutte le sue forme, il pericolo che essa corre nel nostro presente, sempre e costantemente messa in pericolo dalle azioni sconsiderate dell’uomo, la strage di animali che ogni giorno si consuma in ogni parte del globo sono le tematiche al centro del romanzo.
Siamo al limite dello sfruttamento del nostro pianeta, questa pandemia che stiamo vivendo e che sembra senza fine ne è l’ennesimo segnale: la Terra ci avvisa costantemente, a rischio non è la sua sopravvivenza, ma quella della nostra specie, che sta segando il ramo dove sta seduta.
Ognuno deve dare il proprio contributo, innanzitutto prendendo coscienza, per poi diventare parte attiva del cambiamento, proprio come è stato San Francesco, il primo ecologista della storia, che ha elevato a propri fratelli i fenomeni naturali e che ha insegnato, con i suoi tanti esempi (si pensi al lupo di Gubbio o al miracolo delle Rondini ad Alviano), ad amare e rispettare gli animali.
Il rischio è di un nuovo “reset” da parte di Dio, come già è stato nel caso del Diluvio Universale: questa volta chissà se la specie uomo sarà invitata a salire sull’Arca…
Benedetta Tintillini